con Alberto Diaspro e Mauro Pirovano
L’11 maggio del 1918 a Manhattan nasce Richard Feynman, Nobel 1965 per l’elettrodinamica quantistica, punto di unione per la comprensione di tutte quelle relazioni tra il vivente e la tecnologia. Il 5 maggio del 1818, Treviri dà i natali a Karl Marx uno degli studiosi più influenti sul piano politico, filosofico ed economico nella storia dell’Ottocento. Per entrambi l’emancipazione umana è un passaggio fondamentale se pur visto da prospettive differenti. “C’è molto spazio la in fondo” è il titolo di una famosa lettura di Feynman “per illustrare un campo della fisica che potrebbe aiutarci a capire molte cose interessanti sugli strani fenomeni che avvengono in situazioni complesse e soprattutto potrebbe avere innumerevoli applicazioni tecnologiche.” Si tratta della rivoluzione delle rivoluzioni scientifiche che porta all’avvento delle nanotecnologie. L’impatto delle tecnologie alla nanoscala sul mondo del lavoro è elemento rilevante nella società moderna. Come avrebbe considerato Marx le intuizioni di Feynman, dai mutati metodi di produzione al robot umanoide? Molto attento nella sua elaborazione delle conoscenze scientifiche necessarie a formare il pensiero politico, leggendo gli Umrisse di Engels, Marx cominciò a riflettere sulla tecnica e sullo sviluppo del proletariato legato all’introduzione delle macchine. Non vi è negazione dell’utilità delle macchine ma necessità di comprensione globale di ciò che anima il progresso e per l’emancipazione. Proveremo a trattare di questo anche con gli umanoidi.
A cura del Teatro dell’Ortica
Ingresso gratuito
Inizio evento ore 21:30